“Non provo emozioni”
Cos’è l’alessitimia e in cosa consiste
L’alessitimia è un termine psicologico che si riferisce a un deficit nell’elaborazione e nell’espressione delle emozioni. Sebbene non sia classificata come un disturbo autonomo nel DSM-5 (Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali), è spesso considerata un tratto o una caratteristica che può manifestarsi in associazione ad altri disturbi psicologici o medici.
Il termine deriva dal greco e significa letteralmente “mancanza di parole per le emozioni”.
I principali aspetti che caratterizzano l’alessitimia sono:
- Difficoltà a identificare le emozioni:
- Le persone con alessitimia faticano a riconoscere ciò che provano, confondendo spesso le emozioni con sensazioni fisiche (ad esempio, scambiare ansia per mal di stomaco).
- Difficoltà a descrivere le emozioni:
- Hanno problemi nel verbalizzare i propri stati emotivi, rendendo difficile comunicare agli altri come si sentono.
- Processo cognitivo orientato all’esterno:
- Tendono a concentrarsi più su aspetti concreti della realtà esterna che sulle emozioni interne, dimostrando scarsa introspezione.
- Impoverimento immaginativo:
- Mancanza di fantasia o di pensieri immaginativi, il che limita la capacità di esplorare le emozioni attraverso mezzi simbolici, come i sogni.
Alessitimia nel DSM-5
L’alessitimia non è riconosciuta come diagnosi indipendente nel DSM-5, ma può comparire come:
- Caratteristica associata a disturbi psicologici, tra cui:
- Disturbo depressivo.
- Disturbo d’ansia.
- Disturbi somatoformi (sintomi fisici senza base organica).
- Disturbi da uso di sostanze.
- Fattore di vulnerabilità in condizioni come:
- Disturbi dello spettro autistico.
- Disturbi di personalità (es., disturbo evitante o borderline).
Chi soffre di alessitimia
Tratti individuali e personalità:
- Persone con bassa competenza emotiva o con un’intelligenza emotiva limitata.
- Individui con tratti di personalità rigidi, orientati al controllo e al pragmatismo.
Contesti clinici:
- Persone con diagnosi di disturbi psicosomatici: L’alessitimia è stata associata a condizioni come l’ipertensione, il disturbo del colon irritabile e altre malattie croniche legate allo stress.
- Soggetti nello spettro autistico: La difficoltà di identificare e comunicare emozioni è comune nei disturbi dello spettro autistico.
- Persone che hanno subito traumi: Eventi traumatici, specie nell’infanzia, possono portare allo sviluppo dell’alessitimia come strategia di difesa.
Fattori socio-culturali:
- Società o contesti familiari che scoraggiano l’espressione emotiva o enfatizzano il controllo razionale delle emozioni.
Come interviene la terapia psicologica
L’intervento terapeutico mira a migliorare la consapevolezza e l’espressione delle emozioni. Le principali modalità di trattamento includono:
- Terapia cognitivo-comportamentale (CBT):
- Lavora per aiutare il paziente a riconoscere i collegamenti tra eventi, emozioni e comportamenti.
- Insegna a etichettare e verbalizzare le emozioni.
- Psicoeducazione:
- Consapevolezza emotiva: educare i pazienti sui tipi di emozioni e su come si manifestano nel corpo e nella mente.
- Utilizzo di schemi o diari emotivi per tracciare e comprendere i propri stati emotivi.
- Mindfulness e tecniche di rilassamento:
- Migliora la consapevolezza delle sensazioni corporee, che sono spesso confuse con le emozioni nell’alessitimia.
- Terapia focalizzata sulle emozioni (EFT):
- Si concentra sullo sviluppo della capacità di riconoscere e processare emozioni in modo più fluido e integrato.
- Terapia psicodinamica:
- Esplora le radici profonde dell’alessitimia, spesso collegate a traumi o modelli familiari repressivi.
- Arte-terapia:
- L’uso di mezzi artistici aiuta i pazienti ad accedere alle emozioni attraverso canali non verbali.
Prognosi e supporto
Con un trattamento mirato, molte persone con alessitimia possono migliorare significativamente la loro capacità di riconoscere e gestire le emozioni, migliorando così la qualità della vita e le relazioni interpersonali.