..il ventuno a Primavera
Ho provato più volte ad incontrare e conoscere Alda Merini, durante uno dei tanti festival o caffè letterari nei quali, spesso, non si presentava. Di lei diceva: “Non sono una donna addomesticabile”.
Non esserci riuscito resta “un cruccio” ma la Poetessa è riuscita a “farmi compagnia” ugualmente, “incontrandola” tra gli scaffali della biblioteca (con odore di muffa) del mio vecchio liceo, quando la segretaria mi diceva che “non sono libri per un ragazzo giovane come te”, nei vari eventi a lei dedicati, nei libri custoditi gelosamente negli angoli della mia casa e del mio Studio.
Il 21 marzo di 90 anni fa nasceva a Milano Alda Merini che scriveva “Sono nata il ventuno a primavera, ma non sapevo che nascere folle, aprire le zolle, potesse scatenar tempesta”.
Alda Merini, per intere generazioni, è stata il simbolo della provocazione e della Verità sulla malattia mentale, in tutte le sue forme e contraddizioni (“Io vorrei essere aiutata ma non a capire. Perché ho capito fin troppo.”).
In un’intervista con Luciano Minerva, la Merini diceva: “La primavera è folle perché è scriteriata, perché è generosa. Però incontra anche il demonio. E io l’ho incontrato il demonio. Era il manicomio”.
A soli 16 anni la Merini parlava già delle “prime ombre della sua mente”, “subiva” il primo internamento presso l’ospedale psichiatrico di Villa Turno; ci saranno altri ricoveri e periodi piuttosto complicati a portare la Merini a trascorrere quasi tutta la sua vita presso strutture psichiatriche, alternando periodi di ricovero con fasi di salute e malattia mentale, dovute probabilmente a un disturbo bipolare. E’ in questi lunghissimi anni che scriverà alcuni dei libri più intensi e significativi della storia della letteratura.
Alda Merini è stata un’autrice particolarmente prolifica e mi sembra di farle un torto elencando alcune di quelle opere che hanno letteralmente cambiato la mia vita e di alcune persone che ho incontrato in questi anni:
- Destinati a morire. Poesie vecchie e nuove
- La Terra Santa
- L’altra verità. Diario di una diversa
- Fogli bianchi. 23 inediti
- La vita facile. Aforismi, a cura e con disegni di A. Casiraghi
- Lettera ai figli, a cura di M. Camilliti
- 25 poesie autografe
- Delirio amoroso. Monologo di Licia Maglietta
- Aforismi e magie
- Il ladro Giuseppe. Racconti degli anni Sessanta
- Sono nata il ventuno a primavera. Diario e nuove poesie, a cura di P. Manni
- Amleto di carta
- Il diavolo è rosso
- Un segreto andare
- Un’anima indocile. Parole e poesie
- Elettroshock: parole, poesie, racconti, aforismi, foto
- Nuove magie: aforismi inediti 2007-2009
Nel libro La pazza della porta accanto, la Merini dice: “Penso che non si muoia propriamente d’amore ma di una lunga serie di disagi, di paure, di accertamenti interni”.
E’ per queste e tante altre parole che Alda Merini è e resterà per sempre il simbolo degli incompresi, dei reietti e degli emarginati, di tutti quegli esclusi di cui è riuscita a esprimere dall’interno la condizione delicata derivante da problematiche estreme di disagio psicologico personale e sociale.
L’infinita sensibilità di Alda Merini le ha permesso di resistere alla vita, sopravvivere ai manicomi, alle sue sventure e ai pregiudizi di tutta la gente che, ancora oggi, crede che la malattia mentale sia una condizione dalla quale nascondersi e di cui vergognarsi (la propria e quella della persone vicine).
Il 1° novembre del 2009, Alda Merini Ci lascia, dopo aver vissuto gli ultimi anni della sua vita in condizioni di solitudine e malattia (“Io la vita l’ho goduta perché mi piace anche l’inferno della vita e la vita è spesso un inferno. Per me la vita è stata bella perché l’ho pagata cara”).
Vicino all’ingresso della sua casa sui Navigli, dal 2010, c’è una targa che la ricorda: “Ad Alda Merini, nell’intimità dei misteri del mondo”.
Prendetevi sempre cura di Voi, delle persone che amate e di quelle che incontrate sul vostro cammino. FR
NB Per chi volesse conoscere meglio Alda Merini e la sua incredibile vita di donna e scrittrice, consiglio di visitare il sito Alda Merini – Sito Ufficiale, a lei dedicato dalle 4 figlie (“La maternità è una sofferenza, una gioia molto sofferta. Da un amante ci si può staccare, ma da un figlio non riesci”).