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Il potere economico degli uomini (sulle donne): una questione di disuguaglianza e controllo

Il potere economico degli uomini (sulle donne): una questione di disuguaglianza e controllo

Più volte alcuni pazienti mi hanno definito un “femminista”.

Ma un uomo può essere un femminista?

Non è questo il focus dell’articolo che avevo intenzione di scrivere ma tengo molto a precisare questo personale concetto.

Sì, un uomo può essere femminista. Mio padre era “un pò” femminista, molti dei mei amici lo sono, alcune delle persone che ho incontrato e non conosco bene lo sono.

Il femminismo non è esclusivo delle donne, ma è un movimento e un insieme di ideali che promuovono l’uguaglianza di genere, la giustizia sociale e la parità di opportunità per tutti, indipendentemente dal sesso.

Gli uomini che sostengono questi principi possono identificarsi come femministi e contribuire attivamente a ridurre le disuguaglianze di genere.

Il ruolo degli uomini nel femminismo

  1. Alleati nel cambiamento
    Gli uomini possono usare il loro privilegio (perchè di questo si tratta) per sostenere le donne e creare spazi inclusivi. Questo implica ascoltare, comprendere le esperienze femminili e amplificare le voci delle donne senza sovrastarle.
  2. Criticare la mascolinità tossica
    Essere femministi significa anche mettere in discussione le norme di mascolinità tossica, che non solo danneggiano le donne, ma limitano anche gli uomini, imponendo standard irrealistici e disumanizzanti.
  3. Condividere le responsabilità
    Il femminismo si riflette anche in azioni quotidiane, come condividere equamente il lavoro domestico, prendersi cura dei figli e promuovere una comunicazione rispettosa nelle relazioni.

Femminismo inclusivo

Il femminismo non è una lotta contro gli uomini, ma contro le strutture patriarcali che perpetuano la disuguaglianza. Un uomo femminista riconosce queste dinamiche e lavora per cambiarle. Essere femminista non significa parlare “a nome delle donne”, ma agire per eliminare le ingiustizie che colpiscono tutte le persone in modo diverso.

Critiche e sfide

Alcuni potrebbero criticare la possibilità per un uomo di essere femminista, sostenendo che non potrà mai comprendere pienamente le esperienze delle donne. Tuttavia, ciò non esclude il suo contributo. Un uomo può essere un alleato sensibile, consapevole dei propri limiti e impegnato nel sostenere la causa.

Esempi storici e contemporanei

Molti uomini hanno sostenuto il femminismo in passato e nel presente. Personaggi pubblici come John Stuart Mill, che ha scritto a favore dei diritti delle donne nel XIX secolo, e attivisti contemporanei come Justin Baldoni, che promuovono il femminismo nelle discussioni sulla mascolinità, dimostrano come gli uomini possano partecipare al movimento.

Un uomo può essere femminista se si impegna attivamente per l’uguaglianza di genere e per smantellare le strutture oppressive. Essere femministi non è una questione di identità biologica, ma di ideali, azioni e alleanze.

Ed ora occupiamoCi del “nostro” articolo che ha (aveva) come obiettivo quello di fare un approfondimento critico sul potere economico maschile sulle donne.

Radici culturali, sociali e legali della disuguaglianza

Il potere economico maschile si intreccia profondamente con le strutture sociali, culturali e legali che, per secoli, hanno relegato le donne in una posizione subordinata. La disuguaglianza di genere non è un fenomeno esclusivamente economico, ma un prodotto di norme patriarcali che hanno modellato le istituzioni. Dal diritto alla proprietà negato alle donne in molte società storiche, al limitato accesso al credito e all’istruzione, queste barriere hanno consolidato la dipendenza economica femminile e il dominio maschile.

Il gender pay gap e la segregazione occupazionale

Il gender pay gap è una delle manifestazioni più evidenti di questa disuguaglianza. Esso non si limita al salario, ma riflette una segregazione occupazionale strutturale. Settori dominati da uomini, come tecnologia e finanza, sono spesso associati a salari elevati e possibilità di carriera, mentre professioni come la cura o l’insegnamento, dominate da donne, sono sottovalutate e mal pagate. Questo divario non è solo economico, ma si traduce in una disparità di status sociale e opportunità.

Inoltre, il “soffitto di cristallo” impedisce alle donne di accedere ai ruoli dirigenziali. Secondo il Global Gender Gap Report 2023 del World Economic Forum, solo il 23% delle posizioni di leadership globale è occupato da donne. Questi ostacoli non derivano da una mancanza di competenze, ma da pregiudizi sistemici e barriere culturali.

L’impatto del lavoro non retribuito

Il lavoro non retribuito, come il lavoro domestico e la cura dei familiari, rappresenta una componente significativa del potere economico maschile. Le donne dedicano in media tre volte più ore rispetto agli uomini a queste attività, limitando il loro accesso al mercato del lavoro retribuito. Questo perpetua un circolo vizioso di dipendenza economica, con effetti negativi sia sul reddito personale che sulle pensioni future.

Dipendenza economica e violenza domestica

La dipendenza economica non è solo una questione materiale, ma spesso si traduce in una forma di controllo nelle relazioni personali. Nei contesti di violenza domestica, il controllo economico è uno degli strumenti più comuni per mantenere le vittime in una situazione di vulnerabilità. Le donne che non hanno accesso a risorse economiche proprie sono spesso costrette a rimanere in relazioni abusive per mancanza di alternative.

Ostacoli all’imprenditoria femminile

Le donne affrontano sfide significative anche nell’imprenditoria. Le banche e le istituzioni finanziarie sono spesso più riluttanti a concedere prestiti alle donne, una discriminazione basata su stereotipi e pregiudizi di genere. Questo ostacolo limita la capacità delle donne di avviare e far crescere imprese, riducendo ulteriormente la loro partecipazione economica.

Soluzioni e riforme necessarie

Affrontare il potere economico maschile sulle donne richiede un approccio multidimensionale:

  • Legislazione per la parità salariale: Norme che garantiscano trasparenza nei salari e penalizzino le aziende che mantengono un divario di genere.
  • Accesso ai finanziamenti: Creazione di fondi e programmi specifici per imprenditrici.
  • Politiche di welfare: Investimenti in infrastrutture per la cura e congedi parentali retribuiti per entrambi i genitori.
  • Educazione e sensibilizzazione: Promuovere un cambiamento culturale attraverso programmi scolastici e campagne di sensibilizzazione.

Il ruolo della psicologia e del supporto sociale

La psicologia ha un ruolo cruciale nel supportare le donne che affrontano queste sfide. Terapie mirate possono aiutare le donne a sviluppare la consapevolezza del proprio valore e a rompere il ciclo di dipendenza. Parallelamente, programmi di empowerment economico, mentorship e accesso a reti professionali sono strumenti indispensabili.

Conclusione

Il potere economico maschile è una questione centrale nella lotta per l’uguaglianza di genere. Superare queste barriere richiede un cambiamento sistemico che coinvolga non solo le politiche pubbliche, ma anche la società civile e le istituzioni private. Solo attraverso un impegno collettivo si potrà costruire un mondo in cui donne e uomini abbiano uguali opportunità di contribuire e beneficiare dell’economia globale.

Fonte foto: Samantha Sophia (@samanthasophia) | Unsplash Photo Community

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