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Cosplay e psicologia

Cosplay e psicologia

Il fenomeno del cosplay (contrazione di “costume” e “play”) è l’arte di travestirsi da personaggi di fumetti, film, videogiochi, anime o altre opere di fantasia. Nato in Giappone negli anni ’80, si è diffuso globalmente come una sottocultura legata alla passione per la cultura pop, e in Italia ha trovato terreno fertile grazie a eventi come il Romics (Home | Romics), uno dei più grandi festival di fumetti, animazione, videogiochi e intrattenimento in Europa.

Cosplay e Romics

Il Romics, che si tiene due volte all’anno a Roma (3-6 aprile 2025 prossime date), è una delle principali occasioni per i cosplayer di esprimersi e partecipare a sfilate, contest e incontri con altri appassionati. Il festival è un punto d’incontro per diverse comunità, dove i partecipanti possono esplorare la propria creatività, interagire con altri fan e talvolta sperimentare forme di espressione artistica e personale molto profonde.

Psicologia del Cosplay

Dal punto di vista psicologico, il cosplay può essere visto come un fenomeno complesso che coinvolge vari aspetti della personalità e della socialità:

  1. Esplorazione dell’identità: Il cosplay consente di indossare l’identità di un personaggio, permettendo una sorta di “gioco di ruolo” che può facilitare l’esplorazione di parti della propria identità che altrimenti potrebbero rimanere nascoste o inespresse. Questo può essere particolarmente utile per individui timidi o con difficoltà a relazionarsi, permettendo loro di sperimentare una nuova forma di espressione personale.
  2. Autoefficacia e autostima: Creare e indossare un costume ben fatto, ricevere complimenti o vincere un concorso di cosplay può avere un impatto positivo sull’autostima, rinforzando il senso di autoefficacia. Il riconoscimento sociale che deriva dalla partecipazione può aumentare il senso di appartenenza e la sicurezza personale.
  3. Socializzazione: Gli eventi come il Romics offrono ai cosplayer l’opportunità di socializzare con persone che condividono gli stessi interessi, costruendo comunità e amicizie. Questi legami possono aiutare a combattere la solitudine o l’isolamento sociale.
  4. Gestione dello stress e fuga temporanea: Il cosplay può funzionare come una forma di fuga dalle pressioni della vita quotidiana. Interpretare un personaggio può offrire un senso di libertà, permettendo di distaccarsi temporaneamente dai problemi personali o dalle ansie.

Aspetti negativi

Nonostante i numerosi benefici, esistono anche aspetti psicologici meno positivi legati al fenomeno del cosplay:

  • Pressione sociale: Alcuni cosplayer possono sentire una forte pressione a essere all’altezza delle aspettative degli altri o a competere con chi realizza costumi più elaborati. Questo può portare a stress e insoddisfazione.
  • Critiche e cyberbullismo: In particolare sui social media, i cosplayer possono essere esposti a critiche o addirittura a bullismo online, il che può avere effetti negativi sulla loro autostima.
  • Problemi legati alla dipendenza: Per alcuni, il cosplay può diventare una fuga eccessiva dalla realtà, con la tendenza a evitare i problemi della vita reale o a investire troppo tempo e denaro a scapito di altri aspetti della vita quotidiana.

In conclusione, il fenomeno del cosplay, in contesti come il Romics, rappresenta una forma di espressione creativa e una fonte di benessere per molti individui, ma va considerato anche il suo impatto psicologico, che può essere sia positivo che negativo, a seconda del contesto e dell’equilibrio personale di chi vi partecipa.

Fonte foto: Susur He (@susurhe) | Unsplash Photo Community

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