Baby gang, un problema sociale complesso
PER TE, OVUNQUE TU SIA
Il fenomeno delle baby gang è un problema sociale e psicologico complesso, che coinvolge adolescenti e giovani spesso vulnerabili. Le baby gang sono gruppi di minorenni o giovani adulti che si uniscono per attività criminali o comportamenti devianti, come atti di vandalismo, bullismo, aggressioni e altre forme di violenza. Comprendere gli aspetti psicologici alla base di questo comportamento è essenziale per sviluppare strategie di intervento efficaci.
Aspetti psicologici e sociali alla base delle baby gang
- Ricerca di identità e appartenenza:
- Durante l’adolescenza, uno dei bisogni principali è la costruzione di un’identità personale e sociale. Molti giovani che si uniscono a baby gang lo fanno per sentirsi parte di un gruppo, trovando una forma di appartenenza e riconoscimento che potrebbero non ottenere altrove, ad esempio in famiglia o a scuola.
- La gang diventa un luogo dove il giovane si sente accettato e può ottenere uno status che gli manca in altri ambiti della sua vita. L’appartenenza a una gang fornisce un’identità collettiva che può sostituire il vuoto di una solida identità individuale.
- Bassa autostima e insicurezza:
- Molti membri delle baby gang presentano livelli di autostima molto bassi e possono sentirsi insicuri. Partecipare ad attività criminali o violente può farli sentire “potenti” e “forti”, una compensazione per le insicurezze interiori. La violenza o l’aggressività diventano modi per affermare il proprio valore in un contesto che premia la dominanza e la forza.
- Ambiente socio-familiare difficile:
- Molti giovani coinvolti in baby gang provengono da contesti familiari problematici, dove possono mancare figure di riferimento positive, sostegno emotivo o risorse economiche. Famiglie disfunzionali, con presenza di abusi, trascuratezza o conflitti costanti, possono spingere i giovani a cercare rifugio e protezione all’interno del gruppo della gang.
- Inoltre, contesti di povertà e mancanza di opportunità educative o lavorative possono alimentare la sensazione di frustrazione e impotenza, spingendo i giovani verso attività devianti.
- Influenza dei pari e pressione sociale:
- L’influenza dei coetanei è molto forte durante l’adolescenza. Un giovane può sentirsi obbligato a seguire il comportamento del gruppo per evitare di essere escluso o di apparire “debole”. Questo fenomeno è noto come pressione dei pari. In una baby gang, questa dinamica è particolarmente potente, e può spingere individui che altrimenti non agirebbero in modo violento a compiere azioni devianti per ottenere approvazione o rispetto.
- Assenza di controllo delle emozioni:
- Molti giovani nelle baby gang hanno difficoltà a regolare le proprie emozioni, in particolare quelle legate alla rabbia e alla frustrazione. In contesti sociali violenti, le emozioni intense come la rabbia possono essere espresse attraverso l’aggressività fisica o verbale, spesso amplificate dalla dinamica di gruppo.
- L’incapacità di gestire emozioni negative può essere legata a esperienze infantili traumatiche, carenze educative o mancanza di modelli comportamentali sani.
- Desiderio di potere e controllo:
- La partecipazione a una baby gang spesso fornisce una sensazione di potere e controllo che i giovani non sperimentano in altri aspetti della loro vita. La violenza e il crimine offrono un mezzo per acquisire status, denaro o territorio, e possono far sentire i giovani in controllo del proprio destino in modo immediato.
- Esposizione alla violenza:
- Molti membri delle baby gang sono stati esposti a violenza, sia all’interno delle loro famiglie che nei loro quartieri. Questa normalizzazione della violenza porta a vederla come una risposta accettabile ai conflitti o come un mezzo per risolvere problemi. I giovani possono anche sviluppare una sorta di desensibilizzazione alla violenza, rendendoli più inclini a perpetrare atti violenti.
- Problemi legati alla delinquenza giovanile e alla mancanza di valori:
- I giovani coinvolti in baby gang possono avere una visione distorta delle norme sociali e della morale, sviluppando atteggiamenti delinquenziali e mancanza di rispetto per l’autorità. Questa devianza morale può derivare dalla mancata trasmissione di valori positivi da parte della famiglia o dalla scuola, sostituita dai “valori” della gang, che spesso premiano la violenza e la criminalità.
Come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) può aiutare
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) può essere utilizzata per affrontare i comportamenti disfunzionali che portano alla partecipazione nelle baby gang. Ecco alcuni modi in cui può intervenire:
- Ristrutturazione cognitiva:
- La TCC aiuta i giovani a identificare e modificare i pensieri distorti che li portano a partecipare a comportamenti devianti, come “l’unico modo per ottenere rispetto è con la violenza”. Questi pensieri possono essere sostituiti con convinzioni più positive e realistiche.
- Gestione della rabbia:
- Insegnare ai giovani tecniche di gestione della rabbia è un aspetto chiave della TCC. Questo include il riconoscimento dei segnali che precedono l’esplosione di rabbia e l’apprendimento di strategie per affrontare queste emozioni in modo costruttivo.
- Sviluppo di abilità sociali:
- La TCC lavora per migliorare le abilità sociali, aiutando i giovani a costruire relazioni positive basate sulla comunicazione assertiva piuttosto che sulla violenza o la coercizione. Questo può includere il problem solving, l’empatia e la gestione dei conflitti in modo non violento.
- Autostima e identità:
- Molti giovani coinvolti in baby gang hanno bassa autostima e una mancanza di identità personale. La TCC può aiutare a rafforzare l’autostima, favorendo un senso di identità positivo basato su valori e obiettivi personali piuttosto che sull’approvazione del gruppo.
- Gestione dell’influenza dei pari:
- La TCC può aiutare i giovani a riconoscere e resistere alla pressione dei pari, sviluppando la capacità di prendere decisioni indipendenti e consapevoli, invece di seguire ciecamente il gruppo.
- Alternative costruttive:
- La TCC incoraggia i giovani a trovare alternative costruttive per ottenere riconoscimento e soddisfazione, come l’impegno in attività positive (sport, arte, volontariato) e la costruzione di relazioni positive fuori dal contesto delle gang.
Conclusione
Le baby gang sono un fenomeno che affonda le radici in problemi psicologici, sociali e ambientali complessi. Comprendere le dinamiche psicologiche che portano i giovani a unirsi a questi gruppi è essenziale per progettare interventi efficaci. La Terapia Cognitivo-Comportamentale offre un approccio valido per aiutare i giovani a modificare i comportamenti devianti, sviluppando un senso di identità e autostima che non dipenda dalla violenza o dalla criminalità.