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COMBATTERE la violenza di genere

COMBATTERE la violenza di genere

Nel 2021 viene pubblicato il libro “Maledetta sfortuna. Vedere, riconoscere e rifiutare la violenza di genere”, di Carlotta Vagnoli.

Il giorno del suo acquisto, 20 minuti prima di incontrare una giovane paziente, leggo la prima pagina e sottolineo in blu queste parole:

“La prima volta che ho sentito parlare di violenza di genere è stato durante le scuole medie: una formatrice venne nella mia classe per darci delle informazioni su cosa fosse, come riconoscerla e come combatterla. Non capii subito il perchè fosse definita “di genere”, questa violenza: dopotutto un pugno è un pugno, pensai, che lo scagli un uomo o una donna poco cambia…la storia che vi racconto…parte da molto prima che questo pugno venga scagliato e fa capire come i gesti di violenza siano profondamente diversi tra loro e così radicati nel tempo e nella nostra memoria da diventare subdoli, difficili da riconoscere”.

Ripongo il libro e accolgo M., una ragazza che ho incontrato poche volte ma abbastanza per comprendere che non è solo “un periodo complicato per studio e lavoro”, ma molto di più.

Durante quell’incontro parliamo della sua famiglia, dell’attaccamento (a cui noi psicologi siamo particolarmente “legati”) e a quanto questo sistema complesso contribuisca al sentirsi sicure (o insicure), mettendo “in gioco” una moltitudine di emozioni contrastanti.

Mentre M. mi racconta di alcuni eventi accaduti pronuncia queste parole: “Mio padre era solito alzare le mani, non usava la stessa forza con tutte noi; io ero più tranquilla ma anche fortunata, perchè a me dava solo schiaffi leggeri”.

Per un attimo il mio sguardo va al libro appena letto e, d’istinto (lo so, non si fa), dico: “Non esistono schiaffi leggeri”. Il suo sguardo un misto tra incredulità e sollievo ma anche tristezza e voglia di andare via.

E’ passato molto tempo da allora. Ho letto, prestato e regalato quel libro a uomini e donne. Perchè la violenza di genere riguarda tutte e tutti.

Qualche giorno fa l’ho cercato nuovamente in Studio ma non l’ho trovato. Lo avrò prestato a qualcun*. E così l’ho ricomprato ed oggi “è arrivato”.

“Maledetta sfortuna” è un libro che esplora il tema della violenza sessuale e la cultura che spesso la minimizza o giustifica. Attraverso un linguaggio diretto e coinvolgente, affronta le dinamiche di colpevolizzazione delle vittime e le ingiustizie sistemiche legate a una mentalità patriarcale che tende a normalizzare la violenza contro le donne.

Il titolo del libro fa riferimento all’atteggiamento comune che attribuisce alla “sfortuna” o al destino avverso le aggressioni subite dalle vittime, anziché riconoscere la responsabilità degli aggressori. esplora come la società spesso perpetui miti e stereotipi riguardo alla violenza sessuale, come il “mito della donna provocante” o l’idea che le vittime “se la siano cercata”. L’autrice smonta queste credenze attraverso esempi concreti, esperienze personali e analisi di casi reali.

Uno dei punti centrali del libro è il concetto di “cultura dello stupro” (rape culture), che si riferisce a un contesto sociale in cui la violenza sessuale è tollerata e spesso minimizzata, con colpevoli che vengono difesi o giustificati, e vittime che sono costrette a subire ulteriori traumi, anche a livello giudiziario e mediatico. Il libro critica inoltre l’approccio dei media e della giustizia italiana, spesso complici nel perpetuare questa narrazione distorta.

La narrazione si intreccia con testimonianze personali, rendendo tutto sia intimo che universale, e invita a una riflessione profonda sulla necessità di un cambiamento culturale e legislativo. La sfortuna, secondo Vagnoli, non è qualcosa che colpisce casualmente le vittime, ma un risultato di un sistema ingiusto e disfunzionale che deve essere smantellato.

Il libro è un invito all’azione per cambiare la mentalità collettiva e proteggere le donne, combattendo i pregiudizi e responsabilizzando finalmente chi commette violenza.

Da Non Una Di Meno – Osservatorio nazionale femminicidi, lesbicidi, transcidi il numero totale delle vittime nel 2024 è di 74, in continuo aggiornamento.

Foto libro: “Maledetta sfortuna. Vedere, riconoscere e rifiutare la violenza di genere”, Carlotta Vagnoli.

 

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