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I “malesseri fisici” de* bambin*

I “malesseri fisici” de* bambin*

I “finti” malesseri nei bambini, utilizzati per attirare l’attenzione dei genitori, possono rappresentare un modo per esprimere bisogni emotivi o richiedere cure e affetto.

Nella Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC), questi comportamenti sono visti come strategie maladattive per ottenere attenzione o evitare situazioni sgradevoli. La TCC si focalizza su comprendere le cause sottostanti e modificare questi comportamenti, insegnando ai bambini modalità più salutari per esprimere i loro bisogni.

Concetti della TCC sui finti malesseri

  1. Evitamento e ricerca di attenzione:
    • Ricerca di attenzione: Il bambino potrebbe simulare malesseri per ottenere attenzione, cure o supporto emotivo dai genitori, soprattutto se percepisce che altre modalità di comunicazione non siano sufficientemente efficaci.
    • Evitamento di situazioni stressanti: Alcuni bambini fingono malesseri per evitare situazioni che trovano ansiogene, come la scuola, attività sociali o compiti impegnativi.
  2. Rinforzo dei comportamenti negativi:
    • La TCC sottolinea come i comportamenti problematici possano essere rinforzati inconsapevolmente dai genitori. Se i genitori prestano particolare attenzione ai malesseri, potrebbe creare un circolo vizioso in cui il bambino associa il malessere simulato a una maggiore attenzione o affetto.
    • La terapia lavora per interrompere questo ciclo, modificando sia le risposte dei genitori che i comportamenti del bambino.

Strategie della TCC per affrontare i finti malesseri

  1. Analisi funzionale del comportamento:
    • Il terapeuta aiuta i genitori e il bambino a identificare cosa innesca i finti malesseri e cosa accade subito dopo. Questa analisi aiuta a capire se il bambino sta cercando di evitare una situazione (ad esempio, andare a scuola) o se sta cercando attenzioni specifiche dai genitori.
  2. Modifica delle risposte dei genitori:
    • La TCC insegna ai genitori a modificare la loro reazione ai finti malesseri. Se i genitori rispondono con eccessiva preoccupazione o attenzione, il bambino può continuare a usare questa strategia. I genitori vengono educati a rispondere con calma e a dare attenzione positiva al bambino quando non simula malesseri.
    • Questo processo è chiamato rinforzo differenziale: si ignora o si risponde minimamente ai comportamenti problematici (come i finti malesseri), e si rinforzano i comportamenti positivi o appropriati (come chiedere attenzione in modo diretto o affrontare una situazione stressante).
  3. Insegnamento di abilità comunicative:
    • Spesso i bambini che simulano malesseri non sanno come esprimere correttamente i loro bisogni emotivi o come richiedere attenzione in modo sano. La TCC lavora su abilità di comunicazione assertiva, aiutando il bambino a esprimere chiaramente i suoi sentimenti o bisogni senza dover ricorrere a strategie disfunzionali.
  4. Gestione delle emozioni:
    • I bambini possono avere difficoltà a riconoscere e gestire le emozioni, come l’ansia o la frustrazione, e usare i finti malesseri come modo per sfuggire a queste sensazioni. La TCC insegna al bambino tecniche per regolare le proprie emozioni, come la respirazione profonda, il rilassamento o il problem-solving.
    • La psicoeducazione aiuta il bambino a comprendere la connessione tra emozioni, pensieri e comportamenti, così da gestire meglio le sue sensazioni senza il bisogno di fingere malesseri.
  5. Esposizione graduata:
    • Se i finti malesseri sono legati all’evitamento di situazioni stressanti (ad esempio, andare a scuola), la TCC utilizza una tecnica chiamata esposizione graduata. Si incoraggia il bambino ad affrontare gradualmente le situazioni che causano disagio, insegnandogli strategie di coping per ridurre l’ansia o lo stress.
  6. Coinvolgimento dei genitori:
    • La TCC lavora spesso direttamente con i genitori per aiutarli a creare un ambiente domestico che favorisca il benessere emotivo del bambino. I genitori sono guidati a utilizzare il rinforzo positivo per incoraggiare comportamenti appropriati e a stabilire confini chiari per evitare che i finti malesseri diventino una strategia di controllo.
  7. Prevenzione delle ricadute:
    • Una volta ridotti i finti malesseri, la TCC lavora per prevenire che il comportamento si ripresenti. I genitori e il bambino imparano a riconoscere i segnali di allarme e a utilizzare strategie per mantenere i progressi fatti.

Conclusione

La TCC affronta i finti malesseri nei bambini cercando di comprendere il motivo alla base del comportamento e modificando i pensieri e le risposte disfunzionali. Attraverso l’insegnamento di nuove abilità, il bambino impara a esprimere i suoi bisogni in modo più efficace, mentre i genitori imparano a rispondere in modo più funzionale, promuovendo un’interazione familiare più equilibrata e salutare.

Fonte foto: Kristine Wook (@kwook) | Unsplash Photo Community

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