Disturbo da accumulo
Il disturbo da accumulo (o disposofobia) è caratterizzato dalla difficoltà estrema a sbarazzarsi di oggetti, anche se privi di valore o inutili, a causa di un forte attaccamento emotivo o di un timore irrazionale di doverne avere bisogno in futuro. Questo comportamento porta all’accumulo di oggetti in modo tale da compromettere gli spazi abitativi, creando disordine e, in alcuni casi, condizioni insalubri.
La Terapia Cognitivo-Comportamentale (TCC) è uno degli interventi più efficaci per affrontare il disturbo da accumulo. Ecco come funziona in questo contesto:
1. Psicoeducazione
- All’inizio della terapia, il paziente viene informato sulla natura del disturbo da accumulo. È importante che il paziente comprenda i meccanismi cognitivi ed emotivi che alimentano il problema, come l’attaccamento agli oggetti e la difficoltà a prendere decisioni.
2. Esposizione graduale e riduzione dell’accumulo
- Il paziente viene incoraggiato ad affrontare le situazioni che provocano disagio, come gettare via oggetti che considera importanti. Questo processo avviene in modo graduale, partendo da oggetti meno significativi per arrivare a quelli a cui è maggiormente legato.
- L’obiettivo è ridurre progressivamente il numero di oggetti accumulati, in modo da ripristinare uno spazio abitativo funzionale.
3. Modifica dei pensieri disfunzionali
- Ristrutturazione cognitiva: Questa tecnica si concentra sulla modifica dei pensieri irrazionali che mantengono l’accumulo. Ad esempio, un paziente potrebbe pensare “Se butto via questo oggetto, potrei pentirmene in futuro” oppure “Questo oggetto potrebbe diventare utile un giorno”. La terapia aiuta a sfidare e riformulare questi pensieri.
- Si lavora sulla percezione del valore e della necessità degli oggetti, insegnando al paziente a riconoscere quando questi pensieri sono esagerati o infondati.
4. Sviluppo di abilità decisionali
- Le persone con disturbo da accumulo spesso hanno difficoltà a prendere decisioni riguardo agli oggetti da conservare o eliminare. La TCC lavora per migliorare le abilità decisionali, aiutando il paziente a sviluppare criteri razionali e pratici per decidere cosa conservare e cosa gettare.
5. Gestione dell’ansia e delle emozioni
- L’atto di liberarsi degli oggetti provoca ansia e disagio, per cui vengono insegnate tecniche per gestire queste emozioni. Tecniche come la respirazione profonda, il rilassamento muscolare progressivo e la mindfulness possono essere utili per affrontare il senso di perdita o il timore di fare “errori” nel liberarsi degli oggetti.
6. Organizzazione e pianificazione
- Spesso, le persone con disturbo da accumulo hanno difficoltà a organizzare i propri spazi. La terapia include esercizi per migliorare le capacità organizzative e pianificare la gestione degli oggetti e dello spazio.
- Si creano piani strutturati per riordinare e mantenere l’ordine, con obiettivi chiari e realistici.
7. Intervento a domicilio
- Nel caso del disturbo da accumulo, può essere utile integrare le sedute terapeutiche con visite a domicilio. Questi interventi permettono al terapeuta di aiutare il paziente direttamente nel suo ambiente di vita, affrontando le difficoltà legate all’accumulo in tempo reale.
8. Supporto sociale
- Spesso il disturbo da accumulo isola socialmente le persone. La terapia mira anche a ricostruire le connessioni sociali, magari coinvolgendo familiari o amici per dare supporto nel processo di riduzione dell’accumulo.
9. Prevenzione delle ricadute
- Una parte fondamentale del trattamento è la prevenzione delle ricadute. Viene insegnato al paziente come riconoscere i segnali precoci di ritorno alle vecchie abitudini e come mettere in atto strategie per prevenire un nuovo accumulo.
10. Intervento farmacologico
- Anche se la TCC è il trattamento principale, a volte vengono prescritti farmaci, come gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina (SSRI), per alleviare i sintomi di ansia o depressione spesso associati al disturbo da accumulo.
Il trattamento con la TCC è intensivo e richiede tempo, ma ha dimostrato di essere efficace nel migliorare la qualità della vita dei pazienti con disturbo da accumulo.
Fonte foto: Lucia Sorrentino (@lucia_sorrentino) | Unsplash Photo Community