Il bullismo, le “nostre” ragazze e i “nostri” ragazzi
Circa 3 anni fa ho avuto la possibilità di parlare di bullismo e cyberbullismo con alcune famiglie di ragazzi che frequentavano corsi di educazione digitale. Gli incontri consistevano in piacevoli discussioni (almeno nella prima ora) sul tema della gestione e regole per l’utilizzo di cellulari e pc.
Molti dei genitori incontrati “lamentavano” il quasi totale non controllo di questi apparecchi, non solo in termini di quantità di tempo, ma anche e soprattutto nella completa impossibilità a comprendere pienamente i contenuti ai quali i propri figli (e nipoti) potevano accedere. Adulti spaventati da possibili molestie e violenze da parte di altri adulti, da azioni illegali o da danni fisici e psicologici che le lunghe sessioni avrebbero potuto causare sui loro “piccoli”. Quello che più mi aveva colpito è che quasi nessuno di loro prendeva in considerazione il tema del bullismo e del cyberbullismo e di tutto quello che può scatenare.
Parlare di bullismo e cyberbullismo mette in gioco la possibilità che Tuo figlio possa essere vittima o carnefice e, si sa, è sempre un tasto dolente dover ammettere che “qualcosa possa non andare dentro la tua famiglia”. Sono stati incontri molto importanti per tutti noi, perchè dobbiamo sempre tenere a mente che, prima ancora di guardare ai pericoli fuori dalle nostre mura domestiche, dovremmo “avvicinarci” ai nostri ragazzi, comprendere il perchè uno schermo può essere più interessante che incontrare coetanei, o persone in generale, di persona. Imporre regole rigide sul tempo che si utilizza un cellulare o un pc non è la sola soluzione affinchè si evitino pericoli per se stessi e per gli altri.
La Stampa di oggi, 7 febbraio 2021, pubblica i dati di uno studio dell’Osservatorio del Social Warning “che ha intervistato molti giovani dei quali, oltre il 50% tra gli 11 e 17 anni, ha subito episodi di bullismo, e tra chi utilizza quotidianamente il cellulare (85,8%), ben il 22,2% riferisce di essere stato vittima di cyberbullismo. A ricordarlo è la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (Sipps).
Il 72% dei ragazzi ritiene giusto usare la rete, ma solo nel 55% delle famiglie (+7,4% rispetto al 2018) vengono date limitazioni sull’uso della rete o regole di comportamento: l’80% dei ragazzi riferisce infatti che l’unica limitazione ricevuta è legata al tempo di utilizzo, oltre a quella di non visitare siti porno e di mantenere chiuso il proprio profilo social. Sul fronte dell’educazione digitale, i ragazzi intervistati mostrano di non avere molti referenti. Uno su 10 dice di non averne mai parlato con nessuno, mentre il 47% dichiara di non essersi mai confrontato con la famiglia. Spesso ne parlano più con gli insegnanti. Il 32% dei ragazzi tra i 12 e 16 anni ha riferito di trascorrere sul web dalle 2 alle 4 ore al giorno, e ben il 22% non riceve alcuna limitazione da parte della famiglia. I ragazzi mostrano una grande passione per i social media (YouTube e WhatsApp in testa), a cui l’85,4% si collega più volte al giorno.
Anche nei fenomeni di bullismo e cyberbullismo ci sono differenze di genere. Le ragazze sono le più colpite in rete. È quanto emerge dai risultati dell’Indagine realizzata dall’Osservatorio indifesa di Terre des Hommes e ScuolaZoo che hanno raccolto timori e opinioni di 8 mila ragazzi e ragazze delle scuole secondarie in tutta Italia su violenza, discriminazioni e stereotipi di genere, bullismo, cyberbullismo e sexting.
Il cyberbullismo colpisce di più le ragazze: il 12,4% delle giovani ammette di esserne state vittima, contro il 10,4% dei ragazzi. A questo si somma la sofferenza provocata dai commenti a sfondo sessuale, subìti dal 32% delle ragazze, contro il 6,7% dei ragazzi. Tra le molestie online, le provocazioni in rete, conosciute come “trolling”, disturbano il 9,5% degli adolescenti, ma colpiscono di più i maschi (16% delle femmine (7,2%).
La violenza in rete è quella che fa più paura. Il cyberbullismo viene infatti percepito da 4 adolescenti su 10 (39,7%) come molto rischioso; ad essere più preoccupati sono i maschi (43,2%), rispetto alle femmine (38,2%). Al secondo posto c’è la paura di diventare bersaglio di trolling e di subire molestie online, con il 37,3%. Qui ad essere più preoccupate sono le ragazze (39,5%) contro il 31,7% dei maschi. La perdita della propria privacy è considerato un rischio dal 33,1% degli adolescenti, con lo scarto di un punto tra femmine e maschi, a favore di quest’ultimi. Il 32% delle ragazze teme di diventare bersaglio di appellativi volgari, cosa che preoccupa solo il 21,8% dei ragazzi.
Nel 2019 sono stati 460 i casi di bullismo trattati dalla Polizia Postale che hanno visto vittima un minorenne (52 avevano meno di 9 anni), il 18% in più rispetto al 2018, quando i casi trattati sono stati 389. Solo nel 2019 per quanto riguarda le persone che hanno subito azioni di stalking, i casi accertati dalla Polizia Postale sono 18. Sono 114 le persone che hanno subito una diffamazione online e 141 ingiurie, minacce, molestie. Sono 87 le vittime che hanno subito un furto d’identità digitale sui social network, mentre 81 persone hanno denunciato casi di detenzione diffusione di materiale pedopornografico e 19 sono le vittime che hanno subito sextortion, pratica usata da cybercriminali per farsi mandare foto e video osè e poi chiede un riscatto per non pubblicarle”.
Oggi, 7 febbraio 2021, è la Giornata Nazionale contro il bullismo e il cyberbullismo. Parlate con i vostri ragazzi, con delicatezza e senza giudizio. Chiedete il supporto degli specialisti se pensate di non avere gli strumenti per gestire situazioni complesse e incomprensibili. Andrà tutto bene….
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