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Chi era in “buona fede”?

Chi era in “buona fede”?

Sono passati moltissimi anni…. cercavo di fare piccoli lavoretti che potessero permettermi di non chiedere troppo aiuto alla mia famiglia. Ad un certo punto la mia strada si è incontrata con quella di una Società che vendeva enciclopedie. Si, lo so cosa state pensando: una di quelle che avete anche voi o la vostra famiglia di origine. L’enciclopedia avrebbe fatto venire voglia di studiare a chi non ce l’aveva e avrebbe migliorato la vita a chi già era ad un passo dal Nobel. Si lavorava nei weekend, in alberghi bellissimi: viaggio, vitto e alloggio pagati. Ogni “consulente” aveva una postazione nella quale dava il benvenuto a famiglie curiose. Si parlava dell’enciclopedia e dei tanti regali associati. Io “regalavo” computer, lavatrici, ferro da stiro e giocattoli. Guadagnavo abbastanza, spesso più di adesso. Non ho compreso subito quanto il il meccanismo che ci stava dietro fosse “perverso”. Nessuno obbligava nessuno a comprare e tutti i bambini portavano a casa almeno due giocattoli a testa. Era il meccanismo del do ut des, espressione che ho imparato a valorizzare sul lavoro, per dimenticare quell’esperienza “folle”. Se non c’è uno scambio reciproco, il rapporto penderà sempre da una parte e chi ne pagherà le conseguenze sarà sempre chi “era in buona fede”. FR

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