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“Sono sicuramente malato”

“Sono sicuramente malato”

Paura, preoccupazione e stress sono condizioni ormai piuttosto comuni da sperimentare in questo periodo incerto. I casi di aumento di ansia e agitazione legate alla pandemia globale e alle misure sempre più restrittive per prevenire il contagio sono documentati da diverse ricerche. L’aiuto necessario non è solo di natura sanitaria ma, in molti casi, anche e soprattutto psicologica.

Le conseguenze del covid-19 e il rischio di contagio ad oggi hanno costretto tutti ad adeguare il nostro stile di vita ad un nuovo ritmo, con nuove ristrettezze, che ci obbligano ad affrontare quotidianamente una situazione di costante ansia ed incertezza. Molte persone subiscono passivamente l’attesa, che stimola alcune reazioni particolari, una delle quali si può trasformare in un vero e proprio disturbo che il DSM 5 definisce disturbo d’ansia di malattia, che fa parte della categoria dei disturbi da sintomi somatici e disturbi correlati che hanno una caratteristica comune: la rilevanza di sintomi somatici associati a disagio e compromissione significativi.

La principale diagnosi di questa classe diagnostica da rilievo a sintomi specifici che procurano disagio, pensieri, sentimenti e comportamenti anomali, adottati in risposta ad essi. Caratteristica distintiva di molti individui con questo disturbo è il modo in cui presentano e interpretano i loro sintomi somatici.

Disturbi d’ansia e depressivi possono accompagnare i disturbi da sintomi somatici. La componente fisica aggiunge gravità e complessità ai disturbi d’ansia o depressivi e si traduce in maggiore gravità, compromissione funzionale e refrattarietà alle cure. In rari casi, il grado di preoccupazione può essere così grave da giustificare una diagnosi di disturbo delirante.

Alcuni fattori possono contribuire all’insorgenza di questa classe di sintomi:

  • vulnerabilità genetica e biologica (es. aumentata sensibilità al dolore)
  • precoci esperienze traumatiche e di apprendimento (es. attenzione ottenuta per mezzo della malattia)
  • norme culturali e sociali che svalutano e stigmatizzano la sofferenza psicologica rispetto alle sofferenze fisiche.

Tutti questi disturbi sono caratterizzati dalla preponderante attenzione incentrata sulle preoccupazioni somatiche e dal fatto che all’inizio o in passato gli individui si potessero rivolgere principalmente a strutture mediche, anziché a professionisti della salute mentale. In questi mesi questo non è stato sempre possibile tanto da mandare maggiormente “in tilt”. Circa il 75% degli individui che erano stati precedentemente diagnosticati come ipocondriaci rientrano nella diagnosi di disturbo da sintomi somatici. Tuttavia, circa il 25% degli individui con ipocondria hanno, in assenza di sintomi somatici, un’elevata ansia per la propria salute e molti dei loro sintomi non li fanno rientrare in una diagnosi di disturbo d’ansia. A questi individui viene riservata la diagnosi di disturbo da ansia di malattia.

I criteri diagnostici per individuare un disturbo d’ansia di malattia individuano specifiche manifestazione quali:

  • Preoccupazione di avere o contrarre una grave malattia;
  • I sintomi somatici non sono presenti o, se presenti, sono solo di lieve intensità. Se è presente un’altra condizione medica o vi è un rischio elevato di svilupparla, la preoccupazione è chiaramente eccessiva o sproporzionata;
  • È presente un elevato livello di ansia riguardante la salute e l’individuo si allarma facilmente riguardo al proprio stato di salute;
  • L’individuo attua eccessivi comportamenti correlati alla salute o presenta un evitamento disadattivo;
  • La preoccupazione della malattia è presente da almeno 6 mesi, ma la specifica patologia temuta può cambiare nel corso di tale periodo di tempo;
  • La preoccupazione riguardante la malattia non è meglio spiegata da un altro disturbo mentale, come disturbo da sintomi somatici, disturbo di panico, disturbo d’ansia generalizzata, disturbo di dismorfismo corporeo, disturbo ossessivo-compulsivo o disturbo delirante tipo somatico.

Nel momento in cui viene fatta una valutazione completa non si riesce a identificare una grave condizione medica che giustifichi le preoccupazioni dell’individuo. Il disagio non proviene principalmente dal sintomo in sé, quanto piuttosto dall’ansia per il senso, il significato o la causa del sintomo accusato. Se sono presenti un sintomo o un segno fisici, si tratta spesso di normali sensazioni fisiologiche o disfunzioni benigne. Se è presente una condizione medica diagnosticabile, l’ansia e la preoccupazione dell’individuo sono chiaramente eccessive e sproporzionate. La preoccupazione riguardante l’idea di essere malati è accompagnata da una sostanziale ansia per la salute e della malattia. Gli individui con disturbo d’ansia di malattia si allarmano facilmente riguardo la malattia, anche solo sentendo che qualcun altro si è ammalato (la televisione ed i social network fanno del loro  meglio!). Le loro preoccupazioni non rispondono alle appropriate rassicurazioni mediche, né agli esami diagnostici negativi. Tentativi di assicurare e alleviare i sintomi non riducono le preoccupazioni e possono addirittura aumentarle. Le preoccupazioni riguardo la malattia assumono un posto di rilievo nella vita dell’individuo, influenzandone le attività quotidiane e provocandone persino invalidità. La malattia diventa un elemento centrale dell’identità dell’individuo, un frequente argomento di conversazione. In questi ultimi mesi, poi, molti degli individui che soffrono di disturbo d’ansia da malattia spesso controllano la loro temperatura corporea e si allarmano per un colpo di tosse. Fanno ricerche eccessive sul covid-19 – ad esempio, su Internet -e cercano continuamente rassicurazioni. Questo incessante preoccuparsi diventa spesso frustrante per gli altri e può provocare forte tensione all’interno della famiglia.

In alcuni casi, l’ansia porta a un evitamento di situazioni o di attività che temono potrebbero mettere a repentaglio la loro salute, come per esempio semplici passeggiate o andare a fare la spesa (delega).

La diagnosi dovrebbe essere posta con cautela per individui le cui idee sulla malattia in generale sono congruenti con convinzioni culturali ampiamente radicate e accettate. Il disturbo causa notevole compromissione delle attività e riduzione della funzionalità fisica e della qualità di vita legata alla salute. Le preoccupazioni espresse spesso interferiscono con le relazioni interpersonali, alterano la vita familiare e danneggiano le prestazioni professionali.

Nonostante sia un momento storico che non dimenticheremo, affidatevi alle persone che riconoscono in voi questa forma di ansia come eccessiva e pericolosa. Non chiudetevi in voi stessi,  parlatene con i vostri famigliari e con uno psicologo. #andratuttobene

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