Tutto chiede salvezza
Non conosco personalmente Daniele Mencarelli ma ringrazio questo incredibile scrittore romano che ha fatto un dono a tutti i Lottatori e i Pazzi, a Tutti quanti Noi. Fra le pagine del suo libro “urla in silenzio” queste parole:
“Mi piacerebbe dire a mia madre ciò che mi serve veramente, sempre la stessa cosa, da quando ho urlato il primo vagito al mondo. Quello che voglio per tanto tempo non è stato semplice da dire, tentavo di spiegarlo con concetti complicati…e di parole ne ho usate tante, troppe, poi ho capito che dovevo procedere in senso contrario, così, di giorno in giorno, ho iniziato a sfilarne una, la meno necessaria, superflua. Un poco alla volta ho accorciato, potato, sono ad arrivare a una parola sola…stesa sempre al mio fianco. Salvezza. La storia del libro parla di Daniele che ha 20 anni quando viene sottoposto ad un TSO (Trattamento Sanitario obbligatorio) nella sua città (che è anche la mia). Il Trattamento durerà una settimana e in quei lunghi e complessi giorni, Daniele incontrerà delle persone che in qualche mondo gli cambiano la vita, due tipi diversi di uomini: i primi, cinque uomini, quelli che molto spesso vengono definiti “ultimi” dei quali diventerà amico “a tempo determinato” ma con i quali condividerà tutto il dolore e i buoni sentimenti di chi ha molto più in comune di quella che credeva e poi i secondi; gli operatori del reparto, infermieri terrorizzati che fanno questo lavoro per gli straordinari, medici indifferenti e più spesso stanchi, tristemente abituati alle bugie, alla ripetitività delle azioni e dei sentimenti. Questo libro parla di ognuno di noi, di quanto sia labile il limite tra malattia mentale e “tutto il resto”. A pag. 73 del libro c’è un dialogo tra Mario ed il protagonista Daniele. M:” Non esiste un farmaco che ti farà guarire, o che su te sarà efficace a vita. Ti ho già parlato di queste cose e me ne sono pentito, tu sei tanto giovane, pure troppo, ma quello che puoi trovare dai medici e dalla medicina è nel migliore dei casi un piccolo aiuto, il resto sei tu, il modo in cui vedi le cose, la forza con cui la vita ti arriva, negli anni capirai che non è tutto male”. D: “Scusa Mario se mi permetto, ma allora perchè stai qui? Qui ti curano con quello che dicono loro”. M.:” Sto qui perchè ho bisogno di aiuto, come te, e perchè anche se non ci credo più non ho altra scelta che affidarmi…nelle mie classi un giorno arrivarano le calcolatrici al posto degli albachi, anche io le facevi usare, ci mancherebbe, ma dicevo ai miei alunni di non smettere di fare i calcoli a mente, di non affidarsi solo a quelle macchinette….non smettere di lavorare su te stesso, di fare di tutto per conoscerti meglio”. Cerchiamo di osservare la nostra famiglia (protagonista principale del racconto), i nostri amici, le persone che amiamo, doniamo loro il nostro tempo, le nostre parole, i nostri silenzi. Non giriamoci dall’altra parte quando per strada vediamo “persone diverse da noi”, diamo loro aiuto, chiediamo se possiamo fare qualcosa per loro. Prendiamoci cura di noi stessi e consigliamo agli altri di farsi aiutare quando ne sentono il bisogno. Perchè come “dice” il titolo del libro: Tutto chiede salvezza.
Francesco Rappoccio, Psicologo