Worn stories (I vestiti raccontano)
Ho rimandato la visione di Worn Stories (in italiano I vestiti raccontano) perchè ero certo che ne sarei diventato “dipendente”.
E così è stato.
La serie tv basata sul libro di Emily Spivack ( Emily Spivack) “Worn Stories” racconta otto storie vere di crescita e cambiamento che hanno come comune denominatore alcuni capi d’abbigliamento come una felpa, una t-shirt, una divisa o l’esatto opposto, i “non vestiti” e la necessità, ad un certo punto della vita, di liberarsene.
I personaggi sono persone comuni con storie a volte semplici, altre complesse e travagliate ma pur sempre collegate ad un capo d’abbigliamento.
La ragazza diversamente abile che riscatta se stessa attraverso l’uniforme da vigilantes, l’astronauta che ha portato una felpa nello spazio, il ragazzo che quando indossa le cravatte fatte dalla nonna si sente più vicino a lei, un uomo che esce dal carcere dopo oltre 40 anni e compra i suoi primi vestiti (e caramelle). A me quando indossa la sua prima camicia commuove moltissimo!
Emily Spivack fa un lavoro molto dettagliato sulle vite dei personaggi, senza essere mai invadente ne critica perchè sono loro stessi a decidere cosa dire di se e delle loro vite.
Nel mio professionale interesse verso la storia di ogni singola Persona, fino ad arrivare ai casi di disposofobia, l’inno al “Siamo quello che possediamo”, al collezionismo o all’accumulo, questa serie è come se aggiungesse un ulteriore tassello, una nuova e tenera possibilità, che è quella del sentirsi al sicuro, del proteggere i legami e i ricordi, anche e soprattutto attraverso dei capi d’abbigliamento e/o accessori che, in molti casi, possono davvero essere “una carezza” per il corpo e per l’anima.
Molte delle storie parlano soprattutto della scoperta della propria identità, altro tema che mi sta molto a cuore, che passa quasi sempre dall’abbigliamento e da come ognun* di noi ha, sin da piccol*, la necessità di presentarsi al mondo, combattendo stereotipi e pregiudizi.
Buona visione
Francesco